Il Verdicchio di Umani Ronchi è uno dei più grandi interpreti di questa tipologia vinicola largamente diffusa tra le colline Marchigiane. Fin dagli inizi della sua storia produttiva, l’azienda vinicola Umani Ronchi si è distinta come punto di riferimento proprio per il Verdicchio, attraverso una rigorosa sperimentazione agronomica, un’attenta cura dei vigneti di proprietà e l’adozione delle più evolute tecniche di coltivazione e di vinificazione. Attualmente la proprietà vitata di Umani Ronchi si estende su una superficie totale di 200 ettari, distribuita su 10 distinti appezzamenti nel rispetto e nella valorizzazione del terroir e dei più importanti vitigni autoctoni Marchigiani come il Verdicchio.
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Il vitigno: La valorizzazione di quest’ultimo vitigno da parte di Umani Ronchi comincia alla metà degli anni ’80, con la realizzazione di stupefacenti crus capaci di competere con i grandi bianchi Italiani, primo fra tutti il Casal di Serra Vecchie Vigne. Il vigneto Busche, da cui proviene questo esclusivo Verdicchio, fu ricomposto in un’unica proprietà alla fine degli anni ’70, solo dopo lunghe trattative con i piccoli produttori della zona: nel 2004 al reimpianto di alcune vigne seguì la decisione di custodire intatti 10 ettari di filari che, oltre a costituire la memoria storica dell’azienda, regalano ogni anno le uve per il Verdicchio Casal di Serra Vecchie Vigne. La particolare posizione, ed il grande equilibrio vegeto-produttivo delle vecchie viti, impiantate nei primi anni ‘70, permettono di poter raccogliere le uve solo quando hanno raggiunto un leggero grado di sur-maturazione. Il lungo periodo di affinamento, prima in serbatoi di cemento a contatto sui lieviti autoctoni e successivamente in bottiglia, conferisce a questo cru di Verdicchio particolari caratteristiche di pienezza e tipicità, riconosciute dalla maggioranza delle guide di settore con i più ambiti premi.
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Caratteristiche: Giallo dorato brillante, al naso esprime un ampio bouquet di ginestra, camomilla, albicocca matura, ananas e pesca con piacevoli sentori di menta selvatica, salvia e nocciola. In bocca colpisce per la sua eleganza: asciutto e fresco con un'acidità che si bilancia perfettamente nella morbidezza dell'alcool. Lungo finale sapido.
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Abbinamenti: Ottimo come aperitivo, a tutto pasto, ben si abbina a carne bianca arrosto, pesce arrosto, paste ripiene.
Scheda tecnica
PEZZATURA: Bottiglie da 0,75 L.
PROVENIENZA: Marche.
VITIGNI: 100% Verdicchio.
GRADAZIONE: 13% vol.
TEMPERATURA DI SERVIZIO: Temperatura compresa tra 8/10°C.
MODALITA' DI CONSERVAZIONE: in luogo fresco e lontano dalla luce del sole.
PRODUTTORE: Azienda Vinicola Umani Ronchi Spa - Osimo (AN).
NOTE SPECIFICHE: Contiene solfiti.
Storia Umani Ronchi
Umani Ronchi nasce più di 60 anni fa a Cupramontana, dove pulsa il cuore del Verdicchio Classico, per poi esplorare numerose altre aree della terra dell’Adriatico. E’ Gino Umani Ronchi, che comincia a scrivere la nostra storia. Lo fa dando vita ad una piccola azienda agricola nelle Marche. Pochi anni dopo, in quella piccola realtà entrano Roberto Bianchi, imprenditore edile anconetano con una forte passione per l’agricoltura, e suo genero Massimo Bernetti da poco laureato in Scienze Politiche, con la prospettiva di una carriera diplomatica… La storia di Umani Ronchi comincia sul finire degli anni ’50, quando Gino Umani Ronchi da’ vita ad una piccola azienda agricola nelle Marche, a Cupramontana, terra del Verdicchio Classico. Pochi anni dopo l’azienda viene rilevata dalla famiglia Bianchi-Bernetti che ne acquisisce il marchio, insieme alla proprietà, portando in dote un nuovo impulso imprenditoriale. Il 4 gennaio 1968 avviene la trasformazione in Azienda Vinicola e appena un anno dopo si compie il trasferimento della sede sociale e amministrativa ad Osimo, dove si inaugura la cantina destinata alla vinificazione del Rosso Conero. Nello stesso periodo viene potenziata la cantina di Castelbellino, già dedicata alla lavorazione del Verdicchio. La gestione dell’azienda è a carico di Massimo Bernetti, che porta avanti con visione, lungimiranza e piglio imprenditoriale tre macro-obiettivi: sviluppare la commercializzazione dei vini sui mercati esteri, in particolare Germania e Inghilterra; incrementare la produzione, affiancando al Verdicchio il Rosso Conero; aumentare la superficie agricola dell’azienda, che raggiungerà progressivamente oltre 200 ettari di patrimonio vitato tra Marche e Abruzzo. In quegli stessi anni Massimo Bernetti decide di lavorare sull’intera filiera produttiva, per migliorarla da un punto di vista qualitativo e per ampliare l’offerta a partire dai vini rossi, soprattutto dal Rosso Conero. Nel 1982 si assiste alla prima annata del San Lorenzo, e nel 1985 nasce il Cumaro. Anche il Verdicchio viene rinnovato attraverso l’isolamento di singoli vigneti vocati e delle riserve: nel 1983 nasce il Casal di Serra, e il 1985 è la prima vendemmia del Verdicchio Villa Bianchi. Si arriva ai primi anni ’90, quando Massimo Bernetti, affiancato da suo figlio Michele, fresco di laurea in Economia e Commercio ad Ancona, e con un’esperienza a Londra presso il Sales Department dell’agenzia di importazione che segue la distribuzione dei vini Umani Ronchi nel Regno Unito, decide di avviare un lavoro di ricerca sulle più evolute tecniche agronomiche ed enologiche anche grazie a collaborazioni con esperti di importanti centri di studio universitari.
Com’era il nostro passato, come sarà il nostro futuro
La storia di Umani Ronchi comincia sul finire degli anni ’50, quando Gino Umani Ronchi da’ vita ad una piccola azienda agricola nelle Marche, a Cupramontana, terra del Verdicchio Classico. Pochi anni dopo l’azienda viene rilevata dalla famiglia Bianchi-Bernetti che ne acquisisce il marchio, insieme alla proprietà, portando in dote un nuovo impulso imprenditoriale. Il 4 gennaio 1968 avviene la trasformazione in Azienda Vinicola e appena un anno dopo si compie il trasferimento della sede sociale e amministrativa ad Osimo, dove si inaugura la cantina destinata alla vinificazione del Rosso Conero. Nello stesso periodo viene potenziata la cantina di Castelbellino, già dedicata alla lavorazione del Verdicchio.
Da Massimo Bernetti, al figlio Michele
La gestione dell’azienda è a carico di Massimo Bernetti, che porta avanti con visione, lungimiranza e piglio imprenditoriale tre macro-obiettivi: sviluppare la commercializzazione dei vini sui mercati esteri, in particolare Germania e Inghilterra; incrementare la produzione, affiancando al Verdicchio il Rosso Conero; aumentare la superficie agricola dell’azienda, che raggiungerà progressivamente oltre 200 ettari di patrimonio vitato tra Marche e Abruzzo. In quegli stessi anni Massimo Bernetti decide di lavorare sull’intera filiera produttiva, per migliorarla da un punto di vista qualitativo e per ampliare l’offerta a partire dai vini rossi, soprattutto dal Rosso Conero. Nel 1982 si assiste alla prima annata del San Lorenzo, e nel 1985 nasce il Cumaro. Anche il Verdicchio viene rinnovato attraverso l’isolamento di singoli vigneti vocati e delle riserve: nel 1983 nasce il Casal di Serra, e il 1985 è la prima vendemmia del Verdicchio Villa Bianchi. Si arriva ai primi anni ’90, quando Massimo Bernetti, affiancato da suo figlio Michele, fresco di laurea in Economia e Commercio ad Ancona, e con un’esperienza a Londra presso il Sales Department dell’agenzia di importazione che segue la distribuzione dei vini Umani Ronchi nel Regno Unito, decide di avviare un lavoro di ricerca sulle più evolute tecniche agronomiche ed enologiche anche grazie a collaborazioni con esperti di importanti centri di studio universitari.
La stagione di Michele
Inizia così la stagione di Michele che, guardando al di fuori dei confini regionali, decide di avvalersi della preziosa collaborazione dell’enologo Giacomo Tachis, conosciuto per aver creato vini come il Solaia e il Sassicaia. Da questa collaborazione, nel 1994, arriva il Pelago, risultato di una ricerca spinta sui vitigni internazionali e la loro integrazione nel territorio locale, e vincitore dell’International Wine Challenge di Londra. Il premio come “Miglior Vino Rosso del Mondo”, lo porta sulle prime pagine delle più importanti testate nazionali e internazionali. Poco dopo, viene inserito dalla rivista Wine Enthusiast, tra i 100 vini top del 1998, con il punteggio di 97/100. Il 2000 è l’anno della nuova Bottaia per l’affinamento dei vini: un progetto architettonico e culturale che si inserisce all’interno di un disegno più ampio di ristrutturazione della Cantina di Osimo. Un’opera architettonica che rivela ancora una volta l’apertura alla ricerca e all’innovazione. Michele, insieme ai propri tecnici, porta avanti un lavoro di affinamento stilistico continuo sui vini, che si traduce nella creazione di nuovi prodotti e nella cura scrupolosa delle etichette esistenti. Un lavoro di perfezionamento della collezione Umani Ronchi, in un mercato nazionale e internazionale estremamente difficile e competitivo, dove è necessario differenziare, e dove la parola d’ordine è perseguire la qualità senza mediazioni. La Medaglia d’oro di Decanter al Cùmaro 2004 e il titolo di Vino Bianco dell’anno attribuito dal Gambero Rosso al Verdicchio Vecchie Vigne 2009, rappresentano le conferme più recenti di un lavoro meticoloso che ha radici lontane. Oggi Michele coniuga il suo impegno più propriamente tecnico e gestionale, con l’attività di sviluppo dei mercati esteri. In tal modo Umani Ronchi è divenuto un vero e proprio brand internazionale, simbolo dell’Italia enologica di eccellenza. Nel 2015 Michele Bernetti è stato scelto come “Ambasciatore delle Marche del Vino nel mondo” in occasione dell’Expo di Milano. Contestualmente a questo importante riconoscimento Umani Ronchi si avvia al completamento della conversione e della certificazione biologica di tutti i vigneti. Nel 2020 Umani Ronchi è nella Top list di Wine Spectator, tra le 34 Migliori Cantine d’Italia.